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Il vero pericolo per la democrazia è la mancanza di confronto

Le destre, con un populismo che punta alla “pancia”, sono in ascesa in Europa. Merito non solo loro ma anche della carenza di idee a sinistra

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Fermare l’avanzata della pericolosa destra neofascista è il tema che, dalle elezioni politiche del settembre 2022, occupa le strategie comunicative dei partiti di opposizione. Il Partito democratico in testa, seguito dall’imprevedibile e incomprensibile Movimento 5 Stelle, fino ad Alleanza Verde di Bonelli e Fratoianni, si sono battuti sin dal principio contro la minaccia fascista che sta prendendo sempre più piede in Europa.

Il populismo e il continuo stuzzicare la pancia della “cattiva” gente comune rappresentano il modus operandi di queste destre, che ormai hanno preso il sopravvento. A questo punto, la domanda sorge spontanea: di chi sarebbe la colpa?

Ad Atreju, la festa dei giovani di destra, una prima risposta è arrivata. Infatti, proprio in questi giorni ha fatto molto discutere la scelta della segretaria del Pd Elly Schlein di declinare l’invito di Giorgia Meloni all’evento per confrontarsi e discutere di politica, ciò che tiene in piedi la struttura democratica di un paese.

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Evidentemente, Schlein era troppo impegnata a sbarcare su Threads, nuovo social network di Instagram, per avere sempre più presa sul pubblico giovanissimo. Peccato che lo abbia fatto citando una canzone di Max Pezzali di 30 anni fa che parla della generazione e delle abitudini di 15 anni prima, con un valore semantico che copre ben 45 anni. Insomma… ma questo è un altro discorso.

Dispiace che le due donne più importanti del Paese a livello politico non si siano potute confrontare faccia a faccia con un dialogo disteso. Anche e soprattutto sulla condizione della donna stessa nel 2023, tema attualissimo e sul quale avremmo potuto estrapolare tanti spunti di riflessione, sposando qualche teoria di una e qualcuna dell’altra. Senza alcun confine ideologico. Dispiace ancora di più che la stessa Schlein non abbia voluto far valere le sue idee da leader del primo partito d’opposizione contro chi accusa continuamente di essere fascista e non aperta al dialogo. Si respira il clima di occasione mancata. Ma c’è di più.

Accusare un governo o la presidente del Consiglio di lesinare sulla democrazia per poi declinare inviti volti anche a rinforzare il meraviglioso gioco democratico è un cane che si morde la coda. Una strategia fantozziana volta all’autodistruzione. Non ci si può poi sorprendere del perché alle urne italiane il centrodestra abbia trionfato, nonostante aver conquistato solo il 40% dei consensi. Merito del sistema elettorale maggioritario, certamente; ma anche demerito dei partiti che rappresentano il restante 60% dei votanti, che non hanno saputo interpretare la maggioranza espressa dal voto in modo coerente con il sistema elettorale, rimanendo invece ognuno orgogliosamente (e inutilmente) arroccato nella propria identità: altro esempio di come possa essere eluso il tema del confronto democratico.

Il problema è la polarizzazione delle idee, la ghettizzazione dei “nemici” e la semplificazione della realtà come se fosse una macchina binaria, in cui le risposte sono sempre e solo un secco «Sì» o un secco «No». Il bianco e il nero senza tonalità di grigio. Ad alimentare questo clima ci si mettono anche gli opinion leader provenienti dal mondo culturale che, sempre di più, scelgono di stare da una parte o dall’altra della storia.

Francesco Guccini, enorme cantautore italiano, non ha mai nascosto di essere vicino alle idee della sinistra ed ha recentemente affermato che «la destra si sta impadronendo della cultura». Ebbene, la risposta dello stesso Guccini a qualsiasi tentativo di dialogo con esponenti del mondo della destra è sempre la stessa: «Non parlo con loro perché non mi piacciono i fascisti». Del tutto controproducente.

In conclusione, se nel centrosinistra si stessero ancora domandando il perché la destra è al governo, la prima cosa da mettere in atto è guardarsi in casa. Passare quindi dal dire al fare. Dallo slogan, tanto amato dalla politica di destra e usato sempre più anche a sinistra, ai fatti. La lotta al pericolo della deriva fascista non può essere l’unico collante tra i partiti di opposizione e l’unico tema di riferimento. Specie per chi poi rifiuta il dialogo stesso con i fascisti e non fa nulla per far valere le proprie idee anche in territorio ostile. Ecco perché la democrazia è davvero in pericolo: per colpa di un’opposizione totalmente inesistente.

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Edoardo Sanfilippo
Edoardo Sanfilippo
Laureato magistrale in media, comunicazione digitale e giornalismo. Ricopro il ruolo di media analyst a Data Stampa. Le mie passioni? Lo sport, in particolare le quattro ruote, la politica e la scrittura. Adoro curiosare e sapere di più su tutti gli aspetti della società.
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