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Malisa Longo: i mille volti della femminilità

Attrice, sex symbol, regista, sceneggiatrice, giornalista, scrittrice di racconti erotici, pittrice: una donna che non è mai a riposo. Con un solo rimpianto in tutta la sua ricca esperienza di vita

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Malisa Longo, tra i molti ruoli in carriera, è celebrata dai cinefili – soprattutto all’estero, in Oriente – come l’unica attrice europea ad aver lavorato con il più carismatico artista marziale di tutti i tempi: Bruce Lee. Questa attrice è ancora oggi  una donna molto bella. Si è affermata non solo nelle vesti di attrice, recitando in oltre 70 film, ma anche in quelle di regista e sceneggiatrice. Negli ultimi anni si è dedicata invece soprattutto alla pittura e alla scrittura. È di questa ultima parte della sua carriera che vogliamo trattare nella nostra chiacchierata.

Come scrittrice, tante cose che puoi dirci. Da dove iniziamo?

«La scrittura, come la pittura, è sempre stata nel mio cuore: un faro che mi ha illuminato sia nei momenti bui che nei momenti felici, altalenandosi con le pause del lavoro. Una passione coltivata da sempre, ma esplosa dopo la crisi del cinema, iniziata negli anni ’90. Una crisi che mi ha fatto allontanare dal set e, finalmente, mi ha dato modo di coltivare le passioni. Cominciai col giornalismo, un amore che avevo tralasciato per i miei impegni cinematografici. Nel corso di quegli anni scrissi più di 400 articoli per testate di vario genere, sia quotidiane che settimanali, fra cui L’Indipendente, Il Secolo e Vip. Il mio forte era scrivere di spettacolo, ma mi occupavo anche di personaggi, attualità e cultura. Insomma, ho saltato – come si dice – “di palo in frasca”, scrivendo solo le cose che ritenevo interessanti».

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«Con i libri, invece, a parte il racconto inedito Il figlio (che nonostante il premio letterario vinto è rimasto inedito), ho spaziato su diversi temi, senza pormi problemi di continuità o filoni.  Così è nato Così come sono, il mio primo libro, che ha anche la prefazione di Tinto Brass. La genesi di questo romanzo è particolare. Stavo recitando in Miranda di Tinto Brass, ed essendo molto amica sia sua che della moglie Tinta, proposi che leggessero una mia sceneggiatura erotica, totalmente ambientata a Venezia. L’dea era che Tinto ne diventasse il regista. Il film non si fece per via dei suoi impegni, ma Tinto, come la stessa moglie, mi spronarono incoraggiandomi per quel tipo di scrittura, dicendomi che ero fortunata ad avere talento».

«Seguii il loro consiglio, e mi buttai a capofitto sul libro. In Così come sono non ho mai guidato la penna e, anche se non autobiografico, ho sfruttato solo la mia esperienza di sex-symbol come attrice, mettendoci un po’ di pepe in più. Il resto è venuto da sé. Per fortuna non ho mai avuto problemi di editore. Reduce del grande successo di vendita sul cartaceo, il mio editore ha venduto poi le royalties per altre 6.000 copie alla Mondadori, che ne ha fatto un’altra ristampa».

«Nel frattempo c’erano le mie poesie, che premevano per venire alla luce. Dapprima scrissi Il Cantico del corpo, per poi avventurarmi con Appunti dell’anima. Sono prestigiosi libricini che amo molto, e che hanno in sé gran parte del mio interiore.  Purtroppo sono introvabili, perché esauriti. Devo riconoscere che con la scrittura ho avuto parecchie soddisfazioni, anche quando mi sono cimentata, per altro genere, nei corridoi della politica. Aggiungi un seggio a tavola è forse stato il libro che mi ha divertito di più. Intervistare 40 politici sulle loro tradizioni e curiosità culinarie è stato davvero uno spasso. Soprattutto perché ho avuto l’opportunità di intervistare personaggi del calibro di Andreotti, Fini, Bertinotti, Ayala, De Michelis, Sgarbi, Bindi, Gasparri, eccetera. Insomma, una bellissima esperienza che mi ha dato anche molta gioia nelle vendite».

«E poi c’è la mia ultima creatura, La vita di Elisa, un romanzo erotico che si può trovare in e-book, edito dalla Mondadori. Questa storia è stata tratta da una vicenda reale. Un rapporto epistolare, che poi ho romanzato, con una donna che aveva problemi nel suo approccio col sesso e, avendo letto Così come sono, mi chiese di aiutarla. Per la verità, dapprima questa ingerenza nella mia vita privata mi ha infastidito; poi ho pensato che nulla avviene per caso, e ho cominciato a inquadrare questa esperienza nell’ottica di una scrittrice E ho fatto bene, perché quando sottoposi il manoscritto, che si intitolava originariamente Ali bagnate, alla Mondadori, al reparto editing piacque tantissimo».

«Era maggio, e al Festival di Cannes ebbe un enorme successo un film intitolato La vita di Adele. Così, oltre al contratto e all’anticipo, la Mondadori mi mandò anche il suggerimento per un nuovo titolo, che a mio parere non c’entrava nulla, ma mi lasciai trasportare dall’entusiasmo della casa editrice e accettai. In un solo click, Ali bagnate diventò La vita di Elisa.  Ripensandoci oggi, era meglio il titolo originale».

«Ora sto pensando ad un nuovo progetto, ma non ne parlo per scaramanzia. Comunque, la mia penna non è mai a riposo e, giusto per non arrugginirmi, ho appena scritto per il Catalogo d’arte moderna della Mondadori. Indovina il titolo? Arte ed erotismo. Dagli affreschi di Pompei a Picasso. Breve viaggio tra libertà e censura».

Nei tuoi dipinti uno dei soggetti più ricorrenti è il mare. Per l’esattezza, le onde. Cosa rappresenta per te il mare?

«Il mare è la vita, l’infinito che si fonde con gli abissi, la luce e i colori che cambiano, e non sono mai uguali, come le onde. Le onde per me sono la forza della natura, come il mare calmo è la quiete della riflessione».

Quale domanda avresti voluto che ti facessi e non ti ho fatto?

«Tante, ma forse la principale riguarda la mia carriera da attrice: Quale film ti sarebbe piaciuto interpretare? Mi rispondo da sola (n.d.r.: un sorriso illumina il volto di Malisa): una pellicola con Michelangelo Antonioni. Stava cercando la protagonista per un suo film, ed io gli piacevo tantissimo. Ero agli inizi della carriera. L’ho incontrato più volte nella sua bellissima casa ne quartiere Fleming, con panorama mozzafiato su Roma. Parlava poco, ma nel contempo voleva sapere tutto di me. Venne anche a vedermi al montaggio di un film, che si chiamava Io, Cristiana studentessa degli scandali, che avevo da poco finito di girare e di cui ero la protagonista. Stavo per chiudere il contratto, ma poi un imprevisto della produzione fece saltare il progetto. Poco dopo lui fece il suo film americano Zabrieski Point. Peccato. Un’occasione mancata».

L’ultimo film che hai visto?

È da tempo che non vado al cinema, soprattutto con l’emergenza sanitaria ed i lockdown che sono seguiti, ma divoro molti film nelle piattaforme televisive, e ne approfitto per vedere anche vecchi film che mi ero persa».

L’ultimo luogo visitato?

«Venezia, la mia città, dove ho una casa.  Ci vado spesso, soprattutto durante il Festival».

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Lisa Bernardini
Lisa Bernardinihttps://lisabernardini.it/
Toscana di nascita ma romana d’adozione; nasce nel 1970. Giornalista pubblicista iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio, Presidente dell’Associazione Culturale “Occhio dell’Arte APS”, direttore artistico. Si occupa di organizzazione eventi, informazione, pubbliche relazioni e comunicazione. Segue professionalmente per lo più personaggi legati alla cultura, all'arte  e alla musica. Fine Art Photography. 
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