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Marina Castelnuovo tra vita di “sosietà”, arte e femminilità

La sosia di Liz Taylor è un'affermata attrice e imprenditrice. «Non basta assomigliare ad un divo per avere successo, popolarità e prestigio»

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Marina Castelnuovo è identificata dallo star system – e da ben tre decenni – come la sosia ufficiale di Liz Taylor. In realtà, Marina è attrice, presentatrice e scrittrice, e oggi soprattutto una imprenditrice di successo. Appena la sentiamo al telefono, esordisce così: «Liz Taylor in poche parole? È stata una attrice eccezionale, di una bellezza sconvolgente, e con una profonda umanità». Liz Taylor, ultima grande diva dell’era d’oro di Hollywood, ricordiamo che nacque a Londra il 27 febbraio 1932, e morì a West Hollywood il 23 marzo 2011. Se fosse ancora viva, sarebbe arrivata oramai alla magica età di 90 anni.

Marina, conosciamoci meglio. Il gioco, il sogno, la fantasia, il tempo che passa: che rapporto hai con ciascuno di questi concetti?

Marina con Gérard Depardieu

«Ho un rapporto splendido con il gioco, il sogno e la fantasia, ma con il tempo che passa un po’ meno. Il gioco è accessibile a tutti, e a qualsiasi età. Fa riaffiorare il bambino che è in noi, il quale ha il diritto di giocare. Sì, amo molto giocare . Il sogno è un film che giriamo nella nostra mente durante il sonno, ma può indicare anche un desiderio, una speranza o un obiettivo da raggiungere, e a volte il sogno può essere carico di significati da decifrare. Purtroppo, non sogno molto, o perlomeno non ricordo i sogni. Sono del resto una donna con i piedi ben saldi per terra».

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«La fantasia è creatività e immaginazione, e non è da tutti possedere queste doti se non vengono coltivate da bambini, perché rischiano di estinguersi in età adulta. Credo comunque di possedere una buona dose di fantasia».

«Il tempo, infine, come del resto la salute, sono gli elementi più preziosi che abbiamo, e non dobbiamo sprecarli. Il tempo scorre per tutti inesorabilmente e fa molto riflettere. Ti accorgi che il traguardo finale non è più così lontano. Vorrei tanto avere un’altra vita a disposizione, per completare quanto mi sono prefissata in questa».

 Hai un’“isola del tesoro” tutta tua?

«Sì. L’ho trovata nel mio mondo interiore, nella mia famiglia, nei miei figli. Nel mio lavoro di artista e di imprenditrice, nelle mie amicizie. Anche nei miei incontri e nei miei viaggi. È un’isola del tesoro che conservo e proteggo gelosamente. Un luogo da sogno che mi dà la felicità e mi fornisce la gratificazione di cui ho bisogno».

La vita vale la pena di essere vissuta perché… Completa tu la frase.

«Non è detto che la vita valga la pena di essere vissuta. Perlomeno, non è il pensiero di tutti. Per quel che mi riguarda, aveva veramente un senso vivere quando ero insieme al mio adorato Matteo, conosciuto da bambina. Abbiamo avuto un vissuto in simbiosi di oltre 45 anni. La vita non è facile, e non è semplice, ma una volta ritrovato il senso di vivere, la si può anche apprezzare, godendo di piccole cose».

Con Michel Piccoli

«Un sorriso, la natura che palpita, dare e ricevere amore dalle persone che ci stanno intorno. Dare in generale il meglio di noi. Cerchiamo, pertanto – è un invito valido per tutti – di fermarci a riflettere seriamente sul nostro tempo terreno e su come lo stiamo trascorrendo».

Una “vita da sosia”(anche se nel tuo caso, parafrasando una nota canzone, oltre la sosia c’è di più) è qualcosa che assomiglia ad un gioco divertente, o diventa con il tempo una seconda pelle? Quali gli aspetti positivi, i vantaggi? E quali gli svantaggi?

«Come giustamente dici, nel mio caso non ho mai fatto semplicemente una “vita da sosia”, ma una “vita da personaggio”, al quale il discorso “sosia di Liz Taylor” è servito solo da trampolino di lancio. Una “vita da sosia” trovo sia molto riduttivo».

Marina Castelnuovo con Michelle Mercier

«Amo citare un passaggio della lunga intervista che ho rilasciato tempo fa a Il Corriere della Sera sulla mia vita vissuta in parallelo ed in simbiosi con la vita di Liz Taylor. Ad un certo punto, grossomodo, così mi si descrive: “Quella di Marina Castelnuovo non è la semplice vicenda di una sosia, piuttosto è la storia di due Liz Taylor”. Assomigliare a qualcuno all’inizio è un gioco divertente».

«Se sai gestire al meglio la tua immagine, può diventare anche un lavoro gratificante, come è stato nel mio caso. Sono diventata celebre dalla sera alla mattina, senza avere fatto alcuna gavetta. Ho rappresentato un personaggio conosciuto a livello mondiale, con i fasti di cui ha saputo circondarsi: i vantaggi sono stati di gran lunga superiori agli svantaggi».

Un consiglio?

«È grazie alla somiglianza con un personaggio famoso che ci si può anche creare una propria brillante carriera costellata di gratificazioni, ma non basta assomigliare ad un divo di fama mondiale per avere successo, popolarità e prestigio. Occorre sicuramente possedere un certo savoir faire, sapersi porgere, parlare le lingue (importantissime!). Frequentare gli ambienti giusti, avere un carattere estroverso e molto comunicativo. Essere dotati di una personalità eclettica e poliedrica, e selezionare attentamente le proposte di lavoro. Soprattutto, occorre saper dosare le apparizioni pubbliche per amplificarne gli effetti mediatici. E tutto ciò non è semplice. Alla lunga, una certa duttilità permette di coltivare ambizioni e progetti personali non di sosia, ma di personaggio a sé».

Con Pierre Cardin

«La “sosietà”, lo ripeto, deve servire solo come start; poi, bisogna avere la giusta misura in tutto per separare il proprio ruolo da quello dell’originale, e non bisogna mai cadere nell’errore di immedesimarsi troppo nel personaggio rappresentato o di lasciarsi coinvolgere più di tanto».

Quanto narcisismo, leggerezza o desiderio di sognare si nasconde dietro chi fa spettacolo?

Con Emanuele Filiberto di Savoia

«Un narcisismo smisurato, sicuramente, ma il tutto è giustificato dal fatto che la vita delle celebrità è sotto i riflettori e sottoposta all’attenzione pubblica. Continuamente devi parlare di te e del tuo vissuto, dimostrare la tua abilità ed i tuoi valori. Le persone famose, automaticamente, hanno atteggiamenti e stili di vita maggiormente tendenti al narcisismo rispetto alle persone comuni».

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Lisa Bernardini
Lisa Bernardinihttps://lisabernardini.it/
Toscana di nascita ma romana d’adozione; nasce nel 1970. Giornalista pubblicista iscritta all’Ordine dei Giornalisti del Lazio, Presidente dell’Associazione Culturale “Occhio dell’Arte APS”, direttore artistico. Si occupa di organizzazione eventi, informazione, pubbliche relazioni e comunicazione. Segue professionalmente per lo più personaggi legati alla cultura, all'arte  e alla musica. Fine Art Photography. 
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