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Lassù, un imponente “Rombo di tuono”

A 79 anni ci ha lasciati Gigi Riva, bomber più prolifico della Nazionale, eroe dello scudetto del Cagliari e uomo dagli incrollabili valori

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Non era altissimo, neanche pesante, Gigi Riva da Leggiuno, cittadina del Varesotto sulle rive del lago Maggiore. Ma quel ragazzo che brancolava nell’area di rigore avversaria è stato sempre visto enorme, più per la grandezza dei gesti in campo che per quella fisica. Rombo di tuono il suo soprannome, non a caso. E non a caso un soprannome nato e divenuto leggendario per merito della penna di un grande cantore del calcio e dell’umanità, il giornalista Gianni Brera, che lo appellò così per la potenza del suo tiro. Un giocatore sopraffino, ed un uomo di caratura morale imponente.

A 79 anni ci ha lasciati una delle persone più influenti della storia del calcio italiano. Colui che ha coltivato in tutti i tifosi il sogno di riuscire a combattere contro i mulini a vento. Ma anche di vincere. Per questo gliene saremo tutti grati. L’Italia, ma soprattutto la sua Cagliari.

In Sardegna “Giggi Rriva” ha trovato la sua dimensione, oltre che una tifoseria che lo ha sempre osannato come la sua stella più luminosa. Come biasimarli, d’altronde. L’unico scudetto della storia del Cagliari porta la sua firma. Titolo di capocannoniere con 17 gol per Riva e la gloria eterna.

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Con la maglia dei sardi, colleziona 315 presenze e 164 gol in Serie A. Se si toglie la precedente parentesi di un anno con il Legnano, tutta la sua carriera è associata ai colori rossoblu e ai quattro mori. Fedele alla causa sino al suo ritiro, avvenuto all’età di 32 anni, dopo un grave infortunio muscolare. Non essere mai caduto nella tentazione di approdare in una big già dice molto su che tipo di uomo fosse Riva.

Rombo di tuono rappresenta ancora adesso un simbolo della Nazionale Italiana: è ancora lui il detentore del record di gol con la maglia azzurra, ben 35 in 42 presenze. Ciò rende ancora più amaro il ricordo di un bomber di razza come lui, confrontandolo con il deserto attuale in quel ruolo.

Ma non solo: dal 1990 al 2013, team manager della Nazionale; era presente nella trionfale spedizione di Berlino del 2006. La sintesi dell’uomo Gigi Riva è un aneddoto raccontato da Francesco Totti proprio riguardante quegli indimenticabili momenti, che riassumono più di qualsiasi altro superfluo commento la sua vita.

«Dopo la vittoria del mondiale, al ritorno in Italia, il primo appuntamento è nel centro di Roma, il presidente del Consiglio Romano Prodi ci attende al palazzo del governo, in Piazza Colonna…Arriviamo alle nove, in ritardo rispetto al programma. Prodi è sceso in strada ad accoglierci, dietro di lui c’è una fila di ministri, e so già che a Gigi Riva sta venendo l’orticaria. I politici non gli piacciono, specie quelli che, prima dell’inizio del mondiale, rilasciavano interviste nelle quali si chiedevano se dopo Calciopoli non sarebbe stato meglio restare a casa».

Il gol di Riva entrato nell’iconografia mondiale del calcio, segnato in rovesciata il 18 gennaio 1970 ai danni del Lanerossi Vicenza

«Il ricevimento a Palazzo Chigi è comunque piacevole ma malgrado il clima di festa assoluta, percepisco che qualcosa non va. Chiedo a Vito se ha orecchiato niente, e lui mi dice che ci sono problemi con Riva: quando ha sentito che sul grande pullman scoperto diretto al Circo Massimo non saliranno solo la squadra e lo staff che l’ha assistita al Mondiale, ma anche altri addetti federali e soprattutto qualche uomo politico, ha fatto una piazzata. Lo vedo in fondo alla sala, scuro in volto: cercano di trattenerlo, ma lui ha deciso. Scende rapidamente la scalinata interna, sbuca nella piazza accanto al pullman parcheggiato, prende il suo trolley e se ne va».

«Se già lo ammiravo prima, per il suo passato da campione e per quella disponibilità unica a mettersi sempre dalla parte dei giocatori, adesso sento di amarlo proprio».

Un giocatore, un uomo. Un esempio. Semplicemente Gigi Riva.

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Edoardo Sanfilippo
Edoardo Sanfilippo
Laureato magistrale in media, comunicazione digitale e giornalismo. Ricopro il ruolo di media analyst a Data Stampa. Le mie passioni? Lo sport, in particolare le quattro ruote, la politica e la scrittura. Adoro curiosare e sapere di più su tutti gli aspetti della società.
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