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Misteri di mafia e delitti politici al Festival del cinema di Monte Compatri

“Il delitto Mattarella” alle 20 nell'ultima serata: dibattito in apertura con regista Aurelio Grimaldi, scuole e sindaci dei Castelli Romani

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Accadevano cose strane in Sicilia al tempo in cui a lottare pubblicamente contro le infiltrazioni della mafia nelle pubbliche amministrazioni e nella politica erano rappresentanti di primo piano della Democrazia cristiana e del Partito comunista: due partiti divisi sulle questioni ideologiche e sulle scelte politiche, ma fermamente uniti nel rispetto dei valori fondanti di democrazia sanciti da quella Costituzione che avevano contribuito a scrivere. Accadeva anche che quegli esponenti di primo piano cadessero sotto i colpi dei killer a causa della loro lotta senza compromessi alle collusioni fra mafia, politica e amministrazione pubblica.

È a quel tempo e a quei personaggi che il Festival del cinema di Monte Compatri dedica stasera la sua serata conclusiva. Appuntamento alle 20 nella cittadina dei Castelli Romani con la proiezione del film del 2020 “Il delitto Mattarella”, del regista Aurelio Grimaldi (in fondo a questo articolo il trailer del film), che ripercorre il periodo storico che portò, il 6 gennaio 1980, all’omicidio di mafia del presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale presidente della Repubblica, Sergio. Il regista sarà presente alla serata.

Piersanti Mattarella era stato eletto presidente della Regione siciliana due anni prima, pochi mesi prima del rapimento e dell’omicidio di Aldo Moro, che lo stimava al punto di volerlo fortemente nel Consiglio nazionale e poi nella Direzione della Dc. L’aveva eletto una maggioranza molto ampia, senza precedenti, di 77 consiglieri regionali su 100: un consenso frutto anche dell’appoggio esterno che i deputati regionali del Partito comunista decisero di dare a quell’uomo che, pochi anni prima, aveva pronunciato in un comizio parole durissime contro Cosa Nostra dopo l’omicidio del giornalista e attivista di Democrazia proletaria Peppino Impastato.

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Quel discorso ha simboleggiato l’nizio di una lotta congiunta da parte dei due partiti maggiori alle infiltrazioni della mafia nella politica che, due anni dopo Mattarella, costò la vita anche al segretario regionale del Partito comunista, Pio La Torre, autore come deputato nazionale della legge che ha introdotto nel Codice penale l’articolo 416-bis, con cui è stato stabilito il reato di “associazione di tipo mafioso”.

Iconica è la foto che ritrae il giovane Sergio Mattarella che sorregge il corpo del fratello da poco assassinato, portandolo fuori dall’auto nella quale gli aveva teso l’agguato mortale il killer mandato da Cosa Nostra. Una foto che porta la firma di Letizia Battaglia, la cronista scomparsa nello scorso aprile che ha documentato momenti di vita e di cronaca passati alla storia.

Divenendo poi essa stessa parte di quella storia, come simbolo della lotta alla mafia. Sempre a lei era toccato l’anno precedente documentare anche un altro omicidio “eccellente”, quello del giudice Cesare Terranova.

«A trent’anni di distanza – dicono gli organizzatori del Festival del cinema di Monte Compatri – dalle stragi di Capaci (23 maggio 1992) e via d’Amelio (19 luglio 1992) dove persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il Comune di Monte Compatri ha inteso proseguire la bellissima esperienza dello scorso marzo nella quale gli Istituti Comprensivi di Colonna e Monte Compatri, insieme ad alcuni Comuni del comprensorio, hanno affrontato il tema della lotta alle mafie: “C’è chi dice No!”».

Il tema della legalità in tutte le sue forme sarà affrontato alle ore 20, aspettando la proiezione del film, in una tavola rotonda nella quale sarà presente il regista del film, Aurelio Grimaldi, insieme ai dirigenti scolastici degli Istituti comprensivi di Monte Compatri, Loredana Di Tommaso, e di Colonna-Monte Porzio Catone, Fabiola Tota. Interverranno anche i sindaci di Monte Compatri, Francesco Ferri, di Colonna, Fausto Giuliani, di Frascati, Francesca Sbardella, di Colleferro, Pierluigi Sanna, e di Valmontone, Alberto Latini. A coordinare il dibattito, l’assessora alla cultura del Comune di Monte Compatri, Serena Gara.

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Massimo Marciano
Massimo Marcianohttp://www.massimomarciano.it
Fondatore e direttore di Metropoli.online. Giornalista professionista, youtuber, opinionista in talk show televisivi, presidente e docente dell'Università Popolare dei Castelli Romani (Ente accreditato per la formazione professionale continua dei giornalisti), eletto più volte negli anni per rappresentare i colleghi in sindacato, Ordine e Istituto di previdenza dei giornalisti. Romano di nascita (nel 1963), ciociaro di origine, residente da sempre nei Castelli Romani, appassionato viaggiatore per città, borghi, colline, laghi, monti e mari d'Italia, attento osservatore del mondo (e, quando tempo e soldi lo permettono, anche turista). La passione per la scrittura è nata con i temi in classe al liceo e non riesce a distrarmi da questo mondo neanche una donna, tranne mia figlia.
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