Non si voterà alla fine della primavera, ma all’inizio dell’autunno. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che rinvia le elezioni amministrative e suppletive, inizialmente ipotizzate per il prossimo mese di giugno, a una data compresa tra il 15 settembre e il 15 ottobre, un periodo nel quale si presume che possa essere migliore la situazione dei contagi, che oggi sconsiglia gli assembramenti per la campagna elettorale e il prevedibile afflusso alle urne, determinato dalla “prossimità” con cui i cittadini si sentono coinvolti nel voto comunale.
Il provvedimento riguarda tutte le elezioni in calendario: le comunali, che vedranno al voto anche grandi città come Roma, Milano, Napoli, Bologna, Torino; le suppletive per la Camera a Siena; le regionali, già indette in Calabria. Il decreto dispone il rinvio a causa «del permanere del quadro epidemiologico da Covid-19 diffusamente grave su tutto il territorio nazionale e dell’evolversi di significative varianti del virus che presentano carattere ulteriormente diffusivo del contagio».
Le elezioni interessano circa 1.200 Comuni e coinvolgono 12 milioni di elettori. Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente, Mario Draghi, e del Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, dopo aver introdotto un apposito punto all’ordine del giorno della riunione che era stata già convocata per questo pomeriggio a Palazzo Chigi, ha approvato il decreto legge che si attendeva. L’atto approvato dal Governo prevede anche che, per l’anno 2021 e limitatamente alle elezioni comunali, il numero minimo di sottoscrizioni richieste per la presentazione delle liste e delle candidature sia ridotto a un terzo di quelle originariamente previste.
«Noi – ha commentato il Presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci), Antonio Decaro, che è anche Sindaco di Bari – ci aspettavamo uno slittamento a giugno, perché capiamo che adesso non ci sono ancora le condizioni per andare a votare nei Comuni». Ma la permanenza della gravità della diffusione dei contagi ha consigliato prudenza. Scelta condivisa anche dall’Anci.
L’obiettivo, spiega Decaro, è «arrivare in una situazione in cui sicuramente il contagio si sarà abbassato, perché verremo fuori dal periodo estivo, quando si abbassa la contagiosità, come abbiamo visto la scorsa estate, anche in quanto viviamo più all’esterno che all’interno e quindi si riducono le occasioni per contagiarsi. E, contemporaneamente, la campagna vaccinale avrà coperto buona parte della popolazione».