Organizzato da Iww, Italian Women in the World, si è tenuto a Chianciano l’evento “Da San Casciano a Chianciano Terme” in cui si è parlato della riscoperta del territorio sulle tracce di Orazio, coniugando in modo trasversale archeologia e turismo termale nelle Aquae Clusinae. Adottando l’acronimo Tats, ovvero Turismo archeologico termale sanitario, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale di Chianciano, è stato infatti presentato, nella dimora storica del Savoia Palace, un nuovo percorso che, partendo dal bosco di Fucoli, racconta l’identità comunitaria etrusca e la storia di questa parte della Toscana.
Diversi sono stati gli interventi e le visite in programma, a partire da quello del dottor Francesco Cosimo Pagano, del reparto Covid-Longevity del Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Ha parlato dei fattori principali che prevengono il rischio di malattie cardio vascolari e del caso Fiuggi, ovvero del progetto di longevity check-up, improntato sui benefici delle cure idropiniche correlate alla longevità e alla buona salute psicofisica.
“Sulle orme di Orazio” riparte dunque da Chianciano, iniziando dalla fonte primaria dell’acqua santa nel bosco di Fucoli, territorio di insediamenti di diverse popolazioni etrusche, in cui nel 1986 è stata rinvenuta la statua della dea alata Thesan. L’archeologo Giulio Paolucci, direttore del pregevole museo etrusco di Chianciano, parlando del ritrovamento di un frontone posto su un antico tempio collocato vicino alla fonte di Fucoli, ha fornito spiegazioni su questo eccezionale ritrovamento archeologico. Il ricercatore ha ricordato che, con il prezioso ausilio dell’ArcheoDrone Lab, sono stati rilevati altri diversi siti archeologici della Val di Chiana, censiti tramite la collaborazione di ricercatori della Duke University della Carolina del Nord.
Sono stati anche raccolti e poi depositati numerosi reperti di notevole importanza, molti dei quali già restaurati ed ora patrimonio del locale museo, considerato uno dei più belli e ricchi dedicati alla civiltà etrusca. Qui, infatti, è installato ed esposto il prezioso frontone con la dea etrusca Thesan insieme ai numerosi canopi, ovvero vasi cinerari a forma umana, con interi corredi tombali e diverse ceramiche di pregio.
Il culto dell’acqua, sacro ieri e ancora benefico oggi, lega come unico denominatore i tanti siti termali di questo territorio, ormai destinato a diventare un nuovo distretto non solo per la promozione del turismo termale sanitario, ma anche per quello archeologico.