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Custodire la biodiversità: le banche del germoplasma

I semi di tutte le specie vegetali hanno un valore immenso. È per questo motivo che vanno custoditi come preziosa eredità in luoghi adatti

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Nel 1982 all’Earth Summit di Rio de Janeiro fu sottoscritta la convenzione internazionale per la conservazione biologica (Cbd) che in seguito venne adottata ufficialmente da molti Paesi. Nel 2002 per l’attuazione delle tematiche legate alla conservazione del mondo vegetale furono creati due importanti piani strategici: il Global Strategy for Plant Conservation (Gspc) a livello globale e lo European Plant Conservation Strategy (Epcs) a livello continentale.

Gli obiettivi fissati da questi documenti riguardano la conoscenza e la documentazione della biodiversità vegetale, la sua conservazione e uso sostenibile, così come la promozione dell’educazione e della consapevolezza e la condivisione e scambio delle conoscenze mediante la creazione di reti internazionali. L’obiettivo 8 della Gspc raccomanda la conservazione ex situ del 60% delle specie a rischio e l’avvio di progetti di moltiplicazione e reintroduzione sul 10% di queste specie. Per l’Unione Europea l’obiettivo 2.5 è ancora più ambizioso in quanto prevede di conservare ex situ ben l’80% delle specie a rischio di scomparsa.

La conservazione della biodiversità vegetale avviene fondamentalmente attraverso due modalità: “in situ”, una strategia di conservazione che avviene nell’ambiente naturale delle piante attraverso pratiche di salvaguardia di habitat ed ecosistemi, ed “ex situ”, una strategia di conservazione delle specie più a rischio in un ambiente artificiale in modo da poterle reintrodurre nel loro habitat in un secondo tempo. Per raggiungere gli obiettivi di conservazione si sono create reti di coordinamento regionali, nazionali e internazionali per scambiare conoscenze e tecnologie, per sviluppare azioni in base a priorità fissate in alleanza e per evitare sprechi o duplicazioni.

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Il mondo della scienza è da tempo al lavoro per custodire l’immensa eredità che è la biodiversità: le banche del germoplasma sono una delle tante azioni messe in atto per questo scopo. Depositi che raccolgono ex situ semi, con lo scopo di preservare la varietà biologica e la sicurezza alimentare. I semi vengono conservati in condizioni ottimali di temperatura e umidità così da mantenerne la vitalità anche a distanza di molto tempo e rendere possibile, in caso di necessità, il recupero e la riproduzione di una determinata specie.

Nel mondo esistono circa 1.400 banche dei semi. Il più noto è probabilmente lo Svalbard global seed vault, in Norvegia, che custodisce oltre un milione di semi di varie specie vegetali provenienti da tutto il mondo. In Italia è da ricordare l’istituto di Bioscienze e Biorisorse fondato a Palermo nel 1972, che custodisce centinaia di specie di grande valore agronomico, storico e ornamentale.

L’uomo si serve delle piante per molti aspetti della vita: l’utilizzo principale è sicuramente legato all’alimentazione. Delle decine di migliaia di piante presenti in natura ne sono state usate circa 3.000 e quelle coltivate e commercializzate sono molto meno: la maggior parte dei cibi che consumiamo deriva da sole 20 specie, mentre metà della popolazione mondiale dipende solo dalla produzione di riso. Le piante sono una risorsa anche per l’industria farmaceutica: il 25% dei principi attivi usati per la produzione di farmaci deriva da piante.

Possiamo dire che le piante sono la fonte primaria di energia dell’ambiente in cui viviamo e quindi sono la base della vita sulla Terra: sostengono e mantengono la vita fornendo cibo, ossigeno e riparo e sono fondamentali nella regolazione del clima. Per conservare la diversità delle specie è necessario preservare i territori naturali nei quali le specie vivono e si riproducono, perché le principali cause di estinzione sono l’impoverimento e la degradazione degli habitat associati al sovrasfruttamento, all’introduzione di specie aliene e all’inquinamento.

Uno strumento fondamentale per la protezione degli habitat e della biodiversità è certamente l’istituzione di aree protette, che purtroppo da sole non sono sufficienti a garantire la totale salvaguardia per via delle loro ridotte estensioni, che non permettono la sopravvivenza del numero necessario di esemplari fondamentale a garantire e conservare la variabilità genetica che è la base evolutiva di una specie.

È stato calcolato che per il suo sostentamento l’uomo consumi il 40% della produzione primaria degli ecosistemi terrestri e che per aumentare le sue produzioni agricole trasformi incessantemente gli habitat naturali. Consideriamo che il 48% di tutte le specie di piante del mondo vive nelle foreste o in zone vicine e che il 90% di questi territori è condannato ad essere disboscato nei prossimi decenni: è ovvio riflettere su quanto la biodiversità sia davvero in pericolo.

Dal momento che è quasi impossibile porre tutte le piante in conservazione ex situ, è indispensabile pianificare delle priorità. La documentazione esistente sulle piante a rischio potrebbe essere un’ottima base di partenza per programmare il lavoro di conservazione e dove non disponibile, bisognerebbe crearla. Per creare una maggiore responsabilizzazione delle future generazioni, è di fondamentale importanza favorire l’educazione ambientale, strumento con cui si può fornire conoscenza e consapevolezza sulle problematiche ambientali e quindi sollecitare la sensibilizzazione dei futuri custodi del mondo.

La distruzione degli habitat naturali, l’introduzione di specie invasive, i cambiamenti climatici dovuti all’effetto serra, l’inquinamento e lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali sono conseguenze dell’attività umana, ed è l’uomo che deve agire tempestivamente per cercare di scongiurare, o almeno ridurre, la portata di questa catastrofe.

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Matteo Lai
Matteo Lai
Naturalista, subacqueo, velista ed esperto di educazione ambientale: il mare è la sua passione. Da qualche anno collabora con una società che si occupa di turismo scolastico dove si occupa di educazione ambientale e vela puntando sempre la sua attenzione sui temi della tutela ambientale e della natura. Con la fondazione di One World ha un obiettivo molto semplice: sensibilizzare i cittadini sul valore della tutela ambientale. One World, che ha sede ad Andria (BT), è un’associazione no profit per la tutela ambientale, nata dal desiderio di smuovere la coscienza sociale al fine di radicare nuovi valori ed innescare, così, un circolo virtuoso di comportamenti eco–friendly consapevoli. Tutte le attività che l’associazione One World promuove hanno sempre una valenza educativa finalizzata alla diffusione di una maggiore conoscenza, sensibilizzazione e rispetto dell’ambiente.
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