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Rivoluzione nell’atletica leggera: cambiano le regole del salto in lungo

Gli atleti non dovranno più preoccuparsi di saltare entro l’asse di battuta senza superarlo, scongiurando così la possibilità di prove nulle

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Così, senza nessun preavviso, la World Athletics, la Federazione internazionale di atletica, ha deciso di cambiare le regole di una delle sue discipline più rappresentative: il salto in lungo. Gli atleti non dovranno più preoccuparsi di saltare entro l’asse di battuta senza superarlo, scongiurando così la possibilità di prove nulle. Come dimostrato nelle ultime competizioni internazionali, infatti, quasi la maggior parte dei salti effettuati per ogni concorrente risultava non valida. Un limite che questa disciplina doveva ormai archiviare.

Cosa comporterà questo cambio epocale a livello pratico? Innanzitutto, maggiore libertà per gli atleti che, come effetto diretto, avvicineranno inevitabilmente i record del mondo. Già, perché l’incredibile 8,95m dell’americano Mike Powell resiste da ben 33 anni e nessuno è mai riuscito anche solo ad avvicinarlo. Solo il figlio del vento, Carl Lewis, ci riuscì in quella incredibile finale mondiale di Tokyo 1991, a tutti gli effetti una delle sfide più appassionanti che lo sport ricordi. Stesso discorso vale nel campo femminile, dove il record resiste da ancora più tempo: era l’11 giugno 1988 quando Galina Cistjakova saltò 7,52m a Leningrado, l’attuale San Pietroburgo.

Questa, inoltre, è una buona notizia anche per i colori italiani. Ma non si può comprendere il motivo se non si conosce Mattia Furlani, giovane classe 2005, direttamente dai Castelli Romani e nuova stella del salto in lungo mondiale. Il motivo? Un 8,34m al meeting indoor di Ancona di una settimana fa che lo ha portato ad un solo centimetro dal record del mondo Under 20.

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Un baby fenomeno che può far sognare l’Italia dell’atletica, dopo Marcel Jacobs e Gianmarco Tamberi. Continuasse a mostrare queste prestazioni, aiutato dalle nuove regole, il record del mondo di Powell può non essere più soltanto una meta irraggiungibile, ma un glorioso traguardo.

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Edoardo Sanfilippo
Edoardo Sanfilippo
Laureato magistrale in media, comunicazione digitale e giornalismo. Ricopro il ruolo di media analyst a Data Stampa. Le mie passioni? Lo sport, in particolare le quattro ruote, la politica e la scrittura. Adoro curiosare e sapere di più su tutti gli aspetti della società.
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