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L’atletica italiana ai mondiali di Budapest tra sorprese e paure

Per i 78 azzurri convocati, il momento della verità. Ripetere Tokyo 2020 sarà arduo ma ci sono più talenti rispetto alle olimpiadi giapponesi

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Si parte. La spedizione azzurra dell’atletica leggera è pronta a dimostrare quanto vale. Allenamento dopo allenamento, per i 78 convocati per il mondiale di Budapest è arrivato il momento della verità. Ci sarà Marcell Jacobs, così come Larissa Iapichino: le due stelle dello sport azzurro. Ma c’è molto altro, tra la speranza di far sbocciare nuovi talenti e la paura che le certezze cadano rovinosamente.

I velocisti

Inevitabile aprire un capitolo sulla situazione Jacobs: l’italoamericano di Desenzano del Garda non ha convinto nell’unica uscita stagionale a Parigi, i primi di giugno. Penultimo posto per lui e tanta incertezza sul suo futuro. I muscoli sono potentissimi, come dimostrato a Tokyo 2 anni fa, ma estremamente fragili: per questo, a Budapest, non partirà favorito, nonostante ci arrivi da campione olimpico in carica.

Marcell, però, si è allenato con costanza nelle ultime settimane e già dalle batterie si capirà di più sulle sue condizioni fisiche. I suoi 100 metri sono la gara più attesa dal pubblico italiano e lui non vuole deludere le aspettative. Intanto, ecco il suo avvicinamento in un video publicato sui social.

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Non solo Jacobs. Grande attesa, a livello maschile, per la staffetta 4×100, che dipenderà proprio dalle condizioni di Marcell, ma anche dalla freschezza di Fausto Desalu, oltre che da Filippo Tortu e Samuele Ceccarelli. Per Filippo la pressione è tutta sui 200, con le ultime prestazioni che fanno ben sperare per un crono di livello; sognare di scendere sotto i 20 secondi non è follia. Attenzione anche al nuovo che avanza, quel Ceccarelli che ha già battuto Jacobs e che, adesso, sui 100 metri vuole stupire ancora. Da non sottovalutare il campione italiano in carica.

Per quanto riguarda la squadra veloce femminile, anche qui la staffetta 4×100 potrebbe sorprendere, anche se una posizione da podio è decisamente proibitiva: Zaynab Dosso e Dalia Kaddari proveranno il miracolo, spinte anche dalla sempre affidabile Irene Siragusa. Per i 1500 metri, continua la caccia di Gaia Sabbatini al record italiano di Gabriella Dorio, datato 1982: sarà la volta buona per l’atleta abruzzese?

Gaia Sabbatini

Le lunghe distanze

Mantenendoci in campo femminile, Nadia Battocletti non ha intenzione di fermarsi: dopo il record italiano sui 5000 metri fatto segnare a Londra meno di un mese fa, sognare è lecito per l’atleta trentina, anche se contro le africane sarà durissima, se non impossibile. La 20 km di marcia, invece, sarà una gara tutta da seguire per i colori azzurri, con Eleonora Giorgi e, soprattutto, Antonella Palmisano pronte a giocarsi la vittoria finale, senza paura di nessuna.

Due le gare da segnalare in campo maschile: i 3000 siepi, con i fratelli Osama e Ala Zoghlami che sono intenzionati ad entrare nel club dei grandi, oltre ai 10.000 metri del talento che risponde al nome di Yeman Crippa. Per lui, però, sono tante le incertezze in una gara così lunga e complicata: Yeman deve rimanere freddo e confermarsi sull’alto livello apprezzato ultimamente. Massimo Stano e Yohanes Chiappinelli sono le speranze azzurre rispettivamente nella marcia e nella maratona.

I salti

Qui la scelta è ampia e, soprattutto, di età media molto bassa. L’intramontabile Gianmarco Tamberi, seppur con qualche acciacco fisico, guiderà le giovani promesse italiane, a partire da Marco Fassinotti, anche lui nel salto in alto. Claudio Stecchi sarà l’unico baluardo nell’asta, per poi passare al salto triplo, dove in pedana troveremo Tobia Bocchi e Emmanuel Ihemeje, che dovranno mettere una toppa all’assenza eccellente di Andy Diaz, sicura medaglia, con un primato impressionante di 17,75 metri.

Nonostante ciò, ecco che arriva Mattia Furlani, classe 2005, fresco campione europeo U20 e già ad un passo dal record italiano di Andrew Howe nel salto in lungo. Una speranza enorme per tutta l’atletica italiana, anche in ottica Olimpiadi di Parigi 2024, ma forse ancora troppo acerbo per una medaglia mondiale a Budapest.

Specialità del salto in lungo difesa ottimamente anche da Larissa Iapichino, figlia d’arte che punta a diventare più grande della mamma. Per farlo, però, si deve iniziare a mirare in alto sin da ora: il podio è tutt’altro che lontano, così come il traguardo dei 7 metri, oltre che il record italiano stabilito proprio da mamma Fiona May in 7,11 metri. La toscana, quindi, insieme a Furlani è l’altra giovanissima da tenere d’occhio in questi mondiali.

Insomma, nel lungo l’atletica italiana sembra proprio in buone mani.

I lanci

Concludiamo con una categoria in cui storicamente l’Italia ha sempre faticato, anche se, a Budapest, qualche speranza c’è e proviene dal getto del peso maschile. Leonardo Fabbri e Zane Weir hanno intenzione di sconvolgere tutti e di lottare anche con i fortissimi americani, tra cui spicca il primatista del mondo Ryan Crouser. L’impresa è oggettivamente ardua, ma le recenti prestazioni dei due fanno ben sperare in un mondiale in controtendenza rispetto a quelli degli ultimi anni. Infatti, bisogna tornare indietro alla fine degli anni ’80 per ritrovare un italiano in lotta per i primi posti nel getto del peso: Alessandro Andrei, che detiene ancora il primato italiano. Che piano piano possa cadere anche un record inscalfibile come quello?

Il lancio del disco femminile è l’unica altra disciplina in cui sono presenti atleti azzurri in questa categoria. Daisy Osakue dovrà dare continuità al suo 64,57 metri di giugno, che le è valso il tanto agognato record nazionale. Difficile che basti per una posizione da podio, ma nel disco mai dire mai, considerando anche l’immensa forza caratteriale di questa ragazza.

Queste sono le speranze e le paure con le quali la nazionale italiana di atletica affronterà il mondiale di Budapest. Ripetere i fasti di Tokyo 2020 sarà oggettivamente un’impresa più che ardua ma il talento c’è ed in quantità anche maggiore rispetto alle olimpiadi giapponesi. Senza fare troppi confronti, l’importante è che dopo la settimana di gare il bilancio sia comunque positivo. Forza azzurri.

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Edoardo Sanfilippo
Edoardo Sanfilippo
Laureato magistrale in media, comunicazione digitale e giornalismo. Ricopro il ruolo di media analyst a Data Stampa. Le mie passioni? Lo sport, in particolare le quattro ruote, la politica e la scrittura. Adoro curiosare e sapere di più su tutti gli aspetti della società.
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