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Giocare (d’azzardo) non è un gioco: gli studenti operatori di prevenzione

I ragazzi del “Cicerone” di Frascati hanno partecipato al progetto “Game over” e 20 di loro si sono formati per prevenire il gioco patologico

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Il gioco d’azzardo non è un gioco. E infatti gli studenti di Frascati l’hanno presa davvero sul serio la dipendenza patologica che può creare, soprattutto nei giovani, l’abuso dell’azzardo. Nel corso dell’anno scolastico gli allievi dell’Istituto superiore “Marco Tullio Cicerone” della città dei Castelli Romani, insieme ai loro insegnanti, hanno svolto seminari ed esperienze guidate. Alla fine, il loro impegno è stato premiato con dei riconoscimenti e alcuni di loro hanno anche ottenuto la formazione specifica per operare a loro volta in ottica di prevenzione con i loro coetanei.

È il progetto “Game over”, che ha visto gli studenti di Frascati impegnati in una serie di attività volte alla prevenzione e al contrasto delle patologie connesse con il gioco d’azzardo patologico. Il programma, finanziato dall’Azienda servizi alla persona “Asilo Savoia” in collaborazione con la Regione Lazio, è stato gestito dagli operatori del gruppo “Magliana ‘80”, con il coordinamento della dirigente scolastica, Paola Cardarelli, e la collaborazione della professoressa referente, Catia Del Monte.

L’iniziativa rientra nel piano biennale della Regione sul gioco d’azzardo, che ha coinvolto le seconde classi degli Istituti superiori del Lazio. Nella scuola di Frascati, per ogni seconda classe, sono stati svolti nel corso dell’anno scolastico tre seminari mirati alla conoscenza del fenomeno e alle reazioni emozionali che i vari giochi provocano nei giovani. L’obiettivo è stato sviluppare autoprotezione e consapevolezza dei pericoli della dipendenza patologica e favorire riflessione e crescita personale degli studenti.

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Insegnanti e operatori di “Magliana ‘80” hanno coinvolto gli studenti in esperienze guidate con giochi di fortuna e abilità, sostenendo i differenti vissuti e processi mentali. Le esperienze hanno permesso ai ragazzi di sviluppare un pensieri critico in merito all’esperienza realizzata.

Alla fine dell’esperienza, venti studenti hanno ottenuto la certificazione di Peer Educators, che permetterà loro di trasferire ai loro coetanei le conoscenze acquisite nell’ottica della prevenzione del gioco d’azzardo patologico, attraverso strategie di gestione.

Tutti i ragazzi che hanno partecipato al progetto “Game over” sono stati premiati con zaini, portachiavi, gadget e altro materiale di prevenzione, personalizzato dagli studenti stessi. «Ora i giovani saranno loro stessi operatori e informatori di prevenzione», ha commentato la dirigente Cardarelli, che si è detta «molto compiaciuta per l’esperienza vissuta dai ragazzi».

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Stefania Basile
Stefania Basile
Sono nata nel 1977 all'estremità meridionale della Calabria tirrenica, nella città di Palmi, che si affaccia sullo stretto di Messina e sulle splendide isole Eolie. Amo le mie origini e Roma, la città dove vivo per motivi professionali. Come diceva la grande Mia Martini: «il carattere dei calabresi a me piace moltissimo. Possiamo sembrare testardi, un po' duri, troppo decisi. In realtà siamo delle rocce, abbiamo una grande voglia di lavorare e di vivere. Io non sono di origine, io sono proprio calabrese!».
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