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Euro 2020: l’Italia cerca la qualificazione anticipata con la Svizzera

Gara determinante per entrambe le nazionali. Il Ct azzurro Mancini: «Affrontiamo una squadra che gioca bene, che sa cosa fare in campo e con un allenatore bravo ed esperto»

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L’Italia è pronta alla Svizzera e cresce la febbre dei tifosi. Ieri la nazionale italiana è giunta, poco dopo le 13, all’Hotel Parco dei Principi, alla vigilia della seconda partita di Euro 2020 contro la Svizzera, e ad attenderla c’erano una cinquantina di tifosi. L’entusiasmo creato dalla nazionale ha colpito dai più piccoli ai più grandi, arrivati diverso tempo prima per una foto o un autografo con i calciatori azzurri.

Chiellini è stato il primo a fermarsi, poi i romani Florenzi e Spinazzola e infine Verratti che ha da poco recuperato dal suo infortunio che lo ha tenuto fuori con la Turchia (oggi dovrebbe essere in panchina). A chiudere la sequenza degli arrivi, il presidente della Figc Gabriele Gravina, giunto qualche istante dopo al quartier generale dell’Italia.

L’incontro di oggi si presenta come determinante per entrambe, con gli azzurri che in caso di vittoria avrebbero la sicurezza della qualificazione agli ottavi. L’eventuale decima vittoria consecutiva negli ultimi nove mesi di Chiellini e compagni è più che probabile secondo gli esperti di Sisal Matchpoint, che vedono i ragazzi di Mancini vincenti a 1,60 rispetto al 6,00 della Svizzera. Il pareggio è quotato 3,90. Un 2-0 in favore della Nazionale, risultato già uscito in cinque occasioni, si gioca a 6,75, mentre il decimo ‘clean sheet’ consecutivo per l’Italia è quotato a 1,87.

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Quanto ai goleador, Ciro Immobile è fortemente candidato a sbloccare la gara a 4,80. Attenzione, sul fronte opposto, ad Haris Seferovic: la sua prima marcatura a Euro 2020 è in quota a 4,75. Il commissario tecnico Roberto Mancini è chiaro: «Gli Azzurri puntano al primo posto nel gruppo? L’obiettivo è da sempre la qualificazione, fin dalla prima partita. La prossima è sempre la più dura. Affrontiamo una squadra che gioca bene, che sa cosa fare in campo e con un allenatore bravo ed esperto».

Il selezionatore ha parlato anche delle possibili alternative a Berardi, che nel finale di Italia-Turchia ha ricevuto una tacchettata. Il nome per un eventuale cambio oscilla tra Chiesa e Bernardeschi. «Non è che uno è l’alternativa dell’altro: se dovesse giocare Chiesa o Belotti non cambierebbe molto, sono tutti giocatori bravi che sanno cosa fare».

Passata l’emozione del primo incontro, non bisogna rilassarsi. «Al debutto – ha sottolineato Mancini – c’era più pressione, ma la concentrazione deve essere sempre al massimo. Abbiamo una squadra esperta, fatta di calciatori che hanno giocato decine di partite di questo tipo e che sanno cosa ci aspetta: una partita durissima».

Leonardo Bonucci è tornato a parlare dell’esultanza di Immobile e Insigne, ispirata a Lino Banfi: «È stato molto bello ricevere un messaggio così. È stata una grande mossa del mister, grazie a quel video ci ha aiutato a scaricare la tensione». Il difensore della Juventus, dopo il grande entusiasmo, non vuole cali di concentrazione contro la squadra allenata da Vladimir Petkovic: «Avrebbe meritato i tre punti, è una squadra che negli ultimi anni ha fatto bene e merita rispetto – ha detto a Sky -. Ha giocatori internazionali, un tecnico che lavora insieme a loro da tempo e meccanismi rodati. Serve pazienza, umiltà e sacrificio da parte di tutti. Pensiamo partita dopo partita: abbiamo vinto con la Turchia, ora pensiamo a battere la Svizzera e poi si vedrà».

La Nazionale di Roberto Mancini sta crescendo affidandosi a giocatori provenienti da tante squadre di Serie A: «È importante – è il parere di Bonucci – che anche chi non ha giocato competizioni europee negli ultimi anni abbia risposto positivamente all’esordio. Nei primi minuti c’è stata un po’ di emozione da parte di tutti, poi abbiamo cambiato marcia nella ripresa. Se molti giovani sono qui è perché il mister li ha ritenuti pronti».

Vladimir Petkovic
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Raffaele Dicembrino
Raffaele Dicembrino
Giornalista professionista, ho iniziato la mia carriera come collaboratore de Il Tempo quotidiano ed in televisione su varie emittenti private. Nell'amore per questa professione e con il "vizio" di raccontare sempre la verità ho diretto radiogiornali e redazioni giornalistiche di televisioni locali. Molteplici gli articoli firmati su numerose testate giornalistiche nazionali e locali. Ho anche lavorato da ufficio stampa per politici e personaggi del mondo della cultura. Attualmente mi occupo principalmente di sport, spettacolo e di quanto avviene in Vaticano. Il mio motto? “Il vero dono non è la libertà ma come te ne servi”.
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