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Covid, una ferita per la comunità: Pomezia ricorda le vittime

Con una commemorazione alla stele del Parco delle Rimembranze eretta lo scorso anno, la città del litorale laziale ha ricordato le 54 vittime

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Una città ferita dalla pandemia che non dimentica i concittadini che non ci sono più e le decine di famiglie che hanno lasciato senza il loro affetto. La ferita è ancora aperta e il ricordo della sofferenza di questi tempi, che ancora non accenna a terminare, vuole essere tramandato alle future generazioni. Per questo la comunità cittadina si riunisce anche quest’anno di fronte alla targa che commemora le vittime. Così Pomezia ricorda le vittime della pandemia da Covid-19.

La cerimonia si è svolta questa mattina al Parco delle Rimembranze, dove lo scorso anno è stata inaugurata una targa commemorativa con i versi della celebre poetessa Emily Dickinson: «Chi è amato non conosce morte». A portare la testimonianza del ricordo della comunità locale della città del litorale laziale il sindaco, Adriano Zuccalà, e rappresentanti della giunta municipale, del Consiglio comunale, delle Forze dell’ordine e delle associazioni del territorio. Una nuova occasione per stringersi intorno ai familiari delle vittime, intervenuti anch’essi.

Come simbolo del ricordo della città, Zuccalà ha deposto una rosa rossa sulla stele dedicata alle vittime. «Il nostro pensiero – ha detto il primo cittadino – oggi va ai 54 concittadini scomparsi. La pandemia è una ferita che unisce il Paese, un dolore che ci rende comunità. Abbiamo deciso di dedicare questo spazio alla memoria, dove condividere l’abbraccio della Città ai familiari delle persone scomparse, che possa trasmettere un messaggio di speranza per il futuro».

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Toccante il momento di raccoglimento, accompagnato dalle emozionanti note del “Silenzio” fuori ordinanza eseguito a cura di una rappresentanza dell’Associazione nazionale bersaglieri.

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Stefania Basile
Stefania Basile
Sono nata nel 1977 all'estremità meridionale della Calabria tirrenica, nella città di Palmi, che si affaccia sullo stretto di Messina e sulle splendide isole Eolie. Amo le mie origini e Roma, la città dove vivo per motivi professionali. Come diceva la grande Mia Martini: «il carattere dei calabresi a me piace moltissimo. Possiamo sembrare testardi, un po' duri, troppo decisi. In realtà siamo delle rocce, abbiamo una grande voglia di lavorare e di vivere. Io non sono di origine, io sono proprio calabrese!».
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