Si è spento nei giorni scorsi all’età di 73 anni nella sua casa di Nizza il pittore britannico Jack Vettriano, nome d’arte di Jack Hoggan. Molti non conoscono il suo nome, ma sicuramente almeno una volta nella vita si saranno imbattuti in un suo quadro non immaginando fosse opera sua.
Avvicinatosi alla pittura relativamente tardi, i suoi dipinti sono diventati presto delle vere e proprie icone pop, essendo stampati su poster, cartoline e oggetti di vario tipo. Ed è forse proprio l’utilizzo così popolare delle sue opere che ha attirato le stroncature dei critici d’arte che non lo hanno mai ritenuto minimamente all’altezza dell’artista che è, con tutta probabilità, la sua più grande ispirazione: Edward Hopper.

In ogni suo dipinto si possono ritrovare quelle atmosfere rumorosamente silenziose che hanno reso celebre proprio il pittore americano, scomparso nel 1967. Con le dovute proporzioni, Vettriano ha rappresentato una specie di secondo Hopper, immerso, però, nel suo tempo.

Inoltre, ha contribuito a creare nel grande pubblico quel gusto necessario per capire meglio Hopper e la sua “poetica”, tant’è che proprio in questi ultimi anni viene giustamente rivalutato dopo un periodo di quasi totale anonimato.

E chissà che magari, anni dopo la sua morte, la parabola di Vettriano non possa seguire la stessa di Hopper; abbandonando la dimensione puramente pop e ornamentale, raggiungendone una in cui si comprende davvero la qualità dell’artista. Intanto, un bel modo per avvicinarsi ai suoi quadri è quello di andare alla sua mostra a Bologna, a Palazzo Pallavicini, in corso dal 26 febbraio al 20 luglio.