Sappiamo bene che con i se e con i ma non si fa la storia, ma c’è un dato del Sei Nazioni dell’Italia che rende bene l’idea della sua crescita: se gli uomini di Gonzalo Quesada avessero conquistato solamente 5 punti in più nelle 4 partite disputate finora, sarebbero secondi in classifica generale, con la possibilità di vincere il torneo all’ultima giornata.
Impensabile solo l’associazione Sei Nazioni-vittoria dell’Italia, ma si poteva sognare; 4 punti in più per vincere contro l’Inghilterra all’esordio e quel maledetto calcio sbagliato da Garbisi a tempo scaduto in Francia potevano valerci 3 vittorie su 4. Anche solo pensare a quanto si sarebbe potuto fare di meglio dice tanto sul livello che hanno raggiunto gli Azzurri in questo caldo inverno.
Giocarsela alla pari con l’Inghilterra, pareggiare con la Francia e vincere con una Scozia lanciatissima sono i famosi tre indizi che fanno una prova. La prova che l’Italrugby sta prendendo finalmente forma dopo anni di inferno e di purgatorio. I senatori aiutano e brillano, come Juan Ignacio Brex, faro della squadra, oltre ad una difesa diventata arcigna.
I giovani, dal canto loro, accelerano la loro crescita sotto la guida di coach Gonzalo Quesada che sta valorizzando le pietre preziose in casa, sgrezzandole. Tra chi si è già affermato come Ange Capuozzo e Paolo Garbisi, a chi si sta prendendo il palcoscenico tra i grandissimi del rugby mondiale, che risponde al nome di Tommaso Menoncello.
Buone notizie provengono anche dal World Ranking, in cui l’Italia, subito dopo essere rientrata nella top 10, scavalca anche l’Australia e conquista il nono posto a livello mondiale. E questo potrebbe essere solo l’inizio di un percorso di cui si conosce solo la partenza e non l’arrivo.
L’Italia del rugby ha intenzione di diventare grande, senza timori reverenziali. Rispetto di tutti, paura di nessuno. Anche perché adesso paura del talento italiano potrebbe cominciare ad averne qualcun altro. A partire dal Galles, da affrontare questo sabato a Cardiff con la convinzione di potergli lasciare l’ultimo posto e conquistare l’ennesima vittoria. Il che vorrebbe dire possibile quarto posto e migliore Sei Nazioni della storia azzurra a livello di risultati.
I miracoli, invece, lasciamoli agli altri.