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Chi si ricorda delle piogge acide?

Definite una “peste invisibile” dell’era industriale, insieme al buco dell’ozono e all’effetto serra, sono considerate uno tra i più gravi problemi ambientali del nostro tempo

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Rappresentano un problema in qualche modo unico, perché le sue conseguenze sono già visibili, i suoi effetti negativi già documentati e il suo impatto già qualcosa di molto reale per le persone che vivono nelle zone colpite. Le piogge acide sono precipitazioni contaminate dall’immissione di ossidi di zolfo e di azoto, presenti nell’atmosfera sia per cause naturali che per effetto delle attività umane.

Questi ossidi, combinandosi con il vapore acqueo presente nell’atmosfera, generano molecole di acido solforico e nitrico. A loro volta, queste ricadono inesorabilmente sulla terra con la pioggia, ma anche come nebbia, brina e neve e, prima di farlo, possono essere trasportate dai venti anche molto lontano dal sito in cui si sono formate. È da alcuni decenni che in molte zone del pianeta si registrano precipitazioni atmosferiche con valori di ph preoccupanti. Il ph è l’unità di misura dell’acidità: il ph uguale a 7 rappresenta la perfetta neutralità; soluzioni a ph minore sono definite acide e soluzioni a ph maggiore si definiscono basiche. Normalmente il ph naturale della pioggia è pari a 5,6, debolmente acido.

Le eruzioni vulcaniche, i temporali, i processi di degradazione batterica delle sostanze organiche, la respirazione di piante e animali, sono le cause naturali che emettono i gas responsabili delle precipitazioni acide. Le principali fonti di inquinamento antropico sono il consumo di combustibili fossili, gli incendi, gli impianti di riscaldamento, le centrali termoelettriche, gli impianti industriali e i veicoli a motore che immettono nell’aria soprattutto anidride solforosa e ossidi di azoto.

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Le conseguenze sono gravissime: dalla distruzione delle foreste alla modifica chimica dei terreni con gravissimi danni per la vegetazione. Le piante presentano modificazioni nella chioma e sono attaccate più facilmente dalle malattie mentre i loro semi hanno difficoltà a germinare. Si modifica l’acidità delle acque dei laghi e dei fiumi con la conseguente moria di flora e fauna acquatica: nelle acque acide la riduzione della microflora consente alla luce di penetrare a maggior profondità, pertanto i laghi acidi sono generalmente cristallini e di colore bluastro.

L’azione delle piogge acide è ben visibile anche sul patrimonio monumentale, sugli immobili e sulle opere edilizie su cui agiscono con un duplice meccanismo: un’azione chimica di corrosione e un’azione meccanica di rimozione del materiale stesso, reso friabile e solubile con conseguenti danni strutturali.

Per la nostra salute, le piogge acide non sono un pericolo diretto: passeggiare sotto la pioggia non procura danni diretti al corpo umano. Indirettamente vi sono due vie che possono però compromettere la salute umana: l’acqua potabile e i cibi. In entrambi i casi entrano in gioco i metalli pesanti quali rame, zinco, mercurio, cadmio e manganese, che vengono liberati quando terreni e sedimenti diventano acidi. Questi elementi si disciolgono nell’umidità del suolo e possono quindi contaminare l’acqua potabile filtrando nel terreno. Possono anche essere assorbiti dalle piante e, in una seconda fase, concentrarsi nei ruminanti che se ne cibano ed infine, risalendo la catena alimentare, arrivare all’uomo. L’organismo umano non è in grado di eliminare tali sostanze tossiche, che quindi vengono accumulate anche in alte concentrazioni, potenzialmente molto nocive.

Tra le soluzioni, a cui tutti possono contribuire, c’è sicuramente la prevenzione e quindi la riduzione delle attività che causano questo fenomeno, adottando tecnologie alternative al bruciare combustibili fossili per i trasporti e per la produzione di energia elettrica. Sarebbe già un bel passo avanti se in tanti decidessimo di adottare delle piccole abitudini quotidiane come ad esempio: utilizzare i mezzi pubblici invece dell’auto o ricordarci di avere gambe e piedi, non bruciare i rifiuti, piantare sempre più alberi e ridurre il consumo di energia elettrica.

Il problema delle piogge acide è diffuso, serio e costoso, legato alle molteplici attività svolte dall’uomo in vari settori economici e non potrà semplicemente svanire dalla coscienza della gente o cessare di creare danni ambientali: le fonti inquinanti devono essere combattute con ogni mezzo a disposizione, da tutti!

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Matteo Lai
Matteo Lai
Naturalista, subacqueo, velista ed esperto di educazione ambientale: il mare è la sua passione. Da qualche anno collabora con una società che si occupa di turismo scolastico dove si occupa di educazione ambientale e vela puntando sempre la sua attenzione sui temi della tutela ambientale e della natura. Con la fondazione di One World ha un obiettivo molto semplice: sensibilizzare i cittadini sul valore della tutela ambientale. One World, che ha sede ad Andria (BT), è un’associazione no profit per la tutela ambientale, nata dal desiderio di smuovere la coscienza sociale al fine di radicare nuovi valori ed innescare, così, un circolo virtuoso di comportamenti eco–friendly consapevoli. Tutte le attività che l’associazione One World promuove hanno sempre una valenza educativa finalizzata alla diffusione di una maggiore conoscenza, sensibilizzazione e rispetto dell’ambiente.
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