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Pallanuoto donne, l’Ekipe Orizzonte è campione d’Italia

Titolo a Catania. Le etnee conquistano il 21esimo alloro, dopo il successo in Coppa Italia, e confermano lo scudetto del 2019. Battuta ai rigori la Plebiscito Padova

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Lo scudetto della pallanuoto femminile è di Catania. L’incredibile sfida tra le siciliane e le padovane si è conclusa con un successo ottenuto all’ultimo respiro ai rigori della finale 5. L’Ekipe Orizzonte dunque ha la meglio sulla Plebiscito a Padova per 14-11 ai tiri di rigore dopo essere stata avanti sul 5-1 nel primo quarto, ma poi sotto per 10-9 a due minuti dalla fine. Per le etnee, che conquistano il 21esimo titolo della storia, è doppietta dopo il successo in Coppa Italia, nonché conferma dello scudetto del 2019. La serie è chiusa sul 3-2 con ben quattro partite su cinque decise dai cinque metri.

Strepitosa prestazione di Queirolo, autrice di sei gol. Decisivi i pali colpiti ai rigori da Centanni e Meggiato; a segno Barzon (al primo titolo con l’Ekipe dopo i quattro conquistati col Padova dal 2015 al 2018), Marletta, Vukovic ed Emmolo per la società siciliana al cospetto della trasformazione di Queirolo.

L’avvio della partita
I primi minuti della partita ricalcano la sinfonia etnea di gara due. La Plebiscito Padova vince lo sprint, ma sul ribaltamento Viacava fulmina subito Teani, controsole, con un tiro a schizzo (1-0). Palmieri ripulisce al centro e con una beduina raddoppia dopo un minuto (2-0); la fuoriclasse serba Vukovic poi trasforma la prima superiorità numerica (3-0). Padova sbanda; sbaglia addirittura una doppia opportunità con la superiorità numerica e viene tenuta su solo da una conclusione da fuori di Queirolo (1-3). Ma è un’eccezione, immediatamente archiviata dalla beduina di Vukovic e dal tiro da fuori di Riccioli che chiude la prima frazione sul 5-1.

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La partita sembra ormai indirizzata, ma non è così. La Plebiscito Padova reagisce con veemenza e compostezza. Ranalli si prende il rigore (fallo grave di Palmieri, secondo) che capitan Queirolo butta alle spalle della spiazzata Gorlero (2-5). Cocchiere beffa Emmolo e si esibisce nella sciarpata del -2 (3-5). Queirolo piazza la bomba del -1 (4-5) sbloccando la statistica in superiorità. Catania non ci sta e risponde sfruttando con Marletta il seguente extraman per il 6-4 che porta al cambio campo con l’inerzia imprevedibilmente cambiata.

In apertura di terzo tempo un tiro da fuori di Dario viene deviato da Marletta, con la palla che colpisce la traversa e carambola beffardamente sulla testa di Gorlero e in rete il meno uno (5-6). Marletta ristabilisce le distanze insaccando la terza superiorità su sette; ma la difesa catanese a metà tempo compie un’ingenuità ai cinque metri e consente a Teani di lanciare direttamente Queirolo che fulmina Gorlero (6-7). Il poker galvanizza la cinque ligure che pareggia (7-7) con una bordata da fuori; Vukovic fa tripletta sola soletta dopo un doppio extraplayer (8-7), ma Padova è viva e passa ancora in superiorità col centro no look di Centanni (8-8).

Nell’ultimo tempo il tutto per tutto
Nell’ultimo parziale sale la tensione. Ci prova Garibotti, nulla. Catania sembra più lucida però. Infatti sulla decima occasione in più, per fallo grave di Dario, la numero tre catanese si iscrive a referto per il nuovo vantaggio (9-8). A seguire anche le venete sfruttano l’elemento in più con Centanni, che si invola in controfuga e serve l’assist al bacio per il sesto gol di Gorlero (9-9). Palmieri esce per limite di falli gravi, ma Ranalli fallisce il possibile primo vantaggio. Sull’undicesima superiorità però è ancora decisiva Queirolo che trova in mezzo Ilaria Savioli e proprio la trentunenne di Piove di Sacco porta avanti Padova per la prima volta (10-9). Ultimi due minuti di fuoco: Martina Savioli e Ranalli escono per tre falli gravi e allora Aiello segna dal centro il pareggio (10-10) che manda ai rigori la serie per la quarta volta su cinque gare. Lo scudetto si è dunque assegnato dai cinque metri.

I commenti

Paolo Barelli (foto Giorgio Scala/Deepbluemedia)

Le congratulazioni del presidente Paolo Barelli: «Desidero rivolgere i complimenti a tutti coloro che hanno partecipato e reso possibile una delle finali più appassionanti della storia della pallanuoto femminile. È stata una stupenda cartolina di sport che allevia da una stagione tormentata dalla pandemia e dalle drammatiche difficoltà economiche ed organizzative derivanti dalla chiusura delle piscine. Doverosi i complimenti all’Ekipe Catania campione d’Italia, alla presidente Tania Di Mario, al tecnico Martina Miceli e a tutte le giocatrici, ai dirigenti e ai collaboratori per un successo che bissa quello in Coppa Italia dello scorso aprile. Complimenti anche alla Plebiscito Padova, che ha combattuto con orgoglio e determinazione dando vita ad una serie giunta dove oltre era impossibile, fino ai rigori di gara cinque. Questa finale di campionato restituisce entusiasmo a un movimento che ha voltato recentemente pagina per raggiungere nuovamente traguardi ambiziosi e prestigiosi».

Aiello: «È stata una serie difficilissima, tirata e combattuta fino all’ultimo. Uno spot per la pallanuoto e lo sport in generale. E’ stata la mia ultima partita ed esco da campionessa. Ancora non so che farò nel futuro me per ora esco con il sorriso e la gioia del terzo scudetto».

Posterivo: «La partita ci lascia grande rammarico. Siamo partiti male (1-5), ma siamo stati meravigliosi nel rientrare e portarci perfino in vantaggio a due minuti dalla fine. Quattro partite finite ai rigori dimostrano il grande equilibrio tra le due squadre. Abbiamo tanto rammarico, ma alla fine una sola squadra poteva vincere. Le ragazze meritavano qualcosa in più in gara quattro; ma è giusto rendere onore alle vincitrici».

Queirolo: «All’inizio eravamo assenti; poi siamo entrate in partita. Abbiamo dato spettacolo, sia noi sia loro. Complimenti all’Orizzonte perché sono state più tenaci e determinate di noi alla fine. Bene anche noi dal punto di vista caratteriale e questo mitiga un po’ la frustrazione per la sconfitta».

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Raffaele Dicembrino
Raffaele Dicembrino
Giornalista professionista, ho iniziato la mia carriera come collaboratore de Il Tempo quotidiano ed in televisione su varie emittenti private. Nell'amore per questa professione e con il "vizio" di raccontare sempre la verità ho diretto radiogiornali e redazioni giornalistiche di televisioni locali. Molteplici gli articoli firmati su numerose testate giornalistiche nazionali e locali. Ho anche lavorato da ufficio stampa per politici e personaggi del mondo della cultura. Attualmente mi occupo principalmente di sport, spettacolo e di quanto avviene in Vaticano. Il mio motto? “Il vero dono non è la libertà ma come te ne servi”.
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