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Magi (Ordine medici): «Fumo causa di rischio trombosi più del vaccino anti-Covid»

«Vaccini sicuri: è compito del medico fare un'anamnesi del soggetto interessato». Lo ha detto il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi. «AstraZeneca è zero rispetto al fumo di sigaretta, eppure le persone continuano a fumare. Riaperture? Pene esemplari a chi trasgredisce le regole»

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«Non bisogna prendere nulla “sotto gamba” ed è necessario monitorare con attenzione gli eventi avversi. Ma i vaccini sono tutti sicuri». Così il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, interpellato sul tema dall’agenzia Dire. «Fondamentale è il ruolo del medico, che prima di somministrare un vaccino, così come un farmaco, deve fare un’ottima anamnesi» ha proseguito.

«Il medico – ha spiegato Magi – deve capire se il paziente ha o meno delle controindicazioni e, se ha dei dubbi, deve richiedere delle analisi in modo da poter indagare se quella persona può essere vaccinata e con quale vaccino». Deve dunque essere il medico, rispetto alle caratteristiche del paziente, a decidere «se inoculare o meno il vaccino, se quel vaccino è indicato o meno per lui – ha aggiunto Magi – e se quel vaccino va cambiato, possibilmente nello stesso hub o nella stessa struttura sanitaria in cui il paziente si trova, senza ricominciare da una nuova prenotazione».

Quanto agli eventi avversi del vaccino di AstraZeneca, Magi ha detto: «Ci sono molti più effetti collaterali per farmaci che noi quotidianamente utilizziamo rispetto a quelli descritti con AstraZeneca. Se parlassimo soltanto del numero di trombosi date dal fumo di sigaretta ci spaventeremmo. AstraZeneca è zero rispetto al fumo di sigaretta, eppure le persone continuano a fumare. In Italia si sono verificati undici casi di effetti collaterali con AstraZeneca, ma chi fuma è soggetto a trombosi e può andare incontro a patologie ancora più gravi».

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Lo stesso, per il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, vale anche per il secondo vaccino a vettore vettoriale, cioè quello di Johnson & Johnson: «Le dosi che abbiamo – ha detto Magi – vanno utilizzate. Insisto: sono vaccini sicuri. Lo abbiamo visto anche in Inghilterra, dove il 70% delle persone è già stato vaccinato. In Israele, grazie ai vaccini sono di fatto già usciti dalla situazione di emergenza. Bisogna tranquillizzare le persone e dire loro che i vaccini sono sicuri: ci sono molte più controindicazioni per altre cose che noi quotidianamente facciamo, rispetto al rischio che corriamo con un vaccino».

In merito alla situazione dei vaccini nel Lazio, infine, Magi ha detto: «Siamo pieni di hub e i vaccinatori sono pronti. Aspettiamo solo le dosi».

Situazione in miglioramento, ma non siamo fuori pericolo

«Dai dati che ci arrivano sulle terapie intensive sembra esserci un’alternanza: alcuni giorni aumentano, altri diminuiscono. I ricoveri, invece, stanno sicuramente lievemente scendendo. In linea generale la situazione sembrerebbe in miglioramento, però non possiamo dire di essere fuori pericolo». Ha aggiunto Magi, sempre nel corso di un’intervista rilasciata all’agenzia Dire.

Antonio Magi (foto Agenzia Dire)

«Il mio timore è che ci possa essere un “liberi tutti”. Sto vedendo in questi giorni a Roma un traffico incredibile, sembra che si stiano tutti preparando a “ri-uscire” tranquillamente, come se il Covid fosse finito, ma non è così. E in questo modo rischiamo di fare lo stesso errore dello scorso anno. Vorrei che le persone fossero attente. Ci vuole prudenza».

A livello nazionale, intanto, si comincia a parlare di riaperture tra fine aprile ed inizio maggio. «In ambito sanitario non posso che chiedere prudenza – ha commentato Magi – ma mi rendo anche conto del problema economico. Alcuni hanno problemi persino a mangiare e anche questo potrebbe diventare un altro problema successivo di natura sanitaria. La parte sanitaria non si concilia purtroppo con quella economica».

Le riaperture, secondo il presidente dei medici capitolini, vanno fatte «in base ai dati che noi abbiamo». Ma nel momento in cui queste aperture si faranno, sarà importante che «il governo controlli veramente e che le pene siano esemplari, nel senso che se ci sono delle regole da seguire che ti permettono di ricominciare a lavorare con gradualità, queste regole vanno rispettate, altrimenti si dovrebbe secondo me arrivare persino alla sospensione delle licenze. Bisogna essere duri sotto questo aspetto, altrimenti non ne usciamo».

(Agenzia DIRE – www.dire.it)

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