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Buona la prima Roma di Juric, ma attenzione all’effetto novità

Il cambio di allenatore a stagione in corso, ancora una volta, dà una scossa a tutto l'ambiente. Adesso però serve continuità di prestazioni

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Pressing alto e aggressivo, squadra corta e grandi prestazioni individuali. La nuova Roma di Ivan Juric sembra già ben rodata nonostante i pochissimi allenamenti sulle gambe ed una sola partita ufficiale disputata. Seppur contro un’Udinese che si presentava allo stadio Olimpico da prima in classifica.

Il risultato dice molto: 3-0 senza storia, con un gol da attaccante vero di Artem Dovbyk, il rigore della “Joya” Paulo Dybala e, in conclusione, la prima gioia in giallorosso di Tommaso Baldanzi, un giocatore che sta vivendo un periodo di forma smagliante. Per la porta romanista, un solo pericolo, quello sul tiro di Florian Thauvin, parato in maniera straordinaria dal solito Mile Svilar. Cambiano gli allenatori, ma il portiere serbo rimane una certezza.

Insomma, dopo l’esonero improvviso di Daniele De Rossi, la Roma sembra aver mostrato il suo vero potenziale. Ma attenzione a non farsi ingannare dalle apparenze. Come già accaduto nella storia recente dei giallorossi, il momento del cambio di un allenatore a stagione in corso riesce a dare una scossa a tutto l’ambiente, giocatori in testa.

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Tra la voglia di mettersi in forma e il profumo di novità tattica, le prime partite con un nuovo tecnico sono spesso accompagnate da prestazioni altisonanti che, alla lunga, faticano a trovare seguito. Facciamo un passo indietro: è il 14 gennaio scorso e la Roma disputa a Milano contro il Milan una delle partite più brutte dell’intera gestione di José Mourinho. L’epilogo è inevitabile: esonero dello “Special One” e squadra affidata alla leggenda Daniele De Rossi per placare le acque.

Da lì in poi, il giovane e inesperto DDR riuscirà a dare una scarica di adrenalina ai suoi, conquistando ben 6 vittorie in 7 partite di campionato, unite alle eliminazioni di Feyenoord prima e Brighton poi in Europa League. Insomma, un cammino che sembrava trionfale. Poi, arrivano i problemi: il calo fisico, difficoltà nel far coesistere giocatori in un modulo ben oliato e tanta incostanza di rendimento.

Problemi che, in maniera anche maggiore, ci si è portati dietro anche in questa stagione, dopo un mercato estivo monco e confusionario dal punto di vista tecnico. Per De Rossi arriva l’esonero, senza aver avuto tempo di dimostrare se davvero fosse un allenatore di talento o meno. Rimarremo col dubbio.

Adesso, dopo l’esaltante vittoria con l’Udinese, servirà continuità di prestazione anche con l’Athletic Bilbao giovedì, contro il Venezia domenica, poi ancora in Europa League contro l’Elfsborg e a Monza prima della sosta per le nazionali. Se dovessero arrivare vittorie e prestazioni ancora convincenti allora si potrebbe cominciare a intravedere un po’ di luce in fondo al tunnel, sempre mantenendo la lucidità nei giudizi.

In caso contrario, critiche al nuovo allenatore dei tifosi o l’ennesimo scaricabarile della società sarebbero solo controproducenti per l’ambiente. Andando a rovinare una stagione che, vista la classifica corta, può essere tranquillamente raddrizzata; è necessario solo equilibrio nelle valutazioni, sia da parte dei tifosi sia, soprattutto, dei Friedkin. Il doloroso esonero di De Rossi deve, quindi, servire da lezione e che sia, stavolta, definitiva.

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Edoardo Sanfilippo
Edoardo Sanfilippo
Laureato magistrale in media, comunicazione digitale e giornalismo. Ricopro il ruolo di media analyst a Data Stampa. Le mie passioni? Lo sport, in particolare le quattro ruote, la politica e la scrittura. Adoro curiosare e sapere di più su tutti gli aspetti della società.
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