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Alla Casa del cinema di Roma un film per ricordare il centenario di Brunello Rondi

Il 27 alle 21 il suo film cult “Il demonio” (1963). Sceneggiatore e regista, è stato tra l'altro co-autore di script di Fellini e Rossellini

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Il 26 novembre di cento anni fa nasceva a Tirano, in provincia di Sondrio, Brunello Rondi, sceneggiatore, co-autore degli script dei capolavori di Federico Fellini, come La dolce vita e Otto e 1/2, nonché di Europa 51 e di San Francesco giullare di Dio di Roberto Rossellini. È stato anche sceneggiatore dei 13 film di cui è stato regista, musicologo e saggista (pionieristici i suoi studi su Bela Bartok, compositore ungherese, e sul Neorealismo italiano), drammaturgo e poeta, morto il 7 novembre 1989 a Roma.

Per l’occasione il 27 novembre alla Casa del cinema di Roma, alle 21, viene presentato il suo film cult Il demonio (1963), mentre il 26 al Festival di Torino c’è la proiezione di Prova d’orchestra di Fellini, co-sceneggiato da Rondi.

Il demonio ha ispirato anche William Friedkin per L’esorcista. Tra melodramma, horror e saggio antropologico il film, proposto in passato anche alla Mostra di Venezia, è un fulgido esempio del miglior cinema “maledetto” italiano. Rondi, già stretto collaboratore di Rossellini e Fellini, ritrae in un possente bianco e nero una Lucania stretta tra passioni e riti atavici (dove si incrociano cristianesimo, esorcismi, ignoranza e magia nera).

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Su iniziativa di Pupi Avati, l’anno prossimo è prevista la riedizione del suo libro Il cinema di Fellini, già pubblicato negli anni Sessanta dal Centro sperimentale di cinematografia. Rossellini definì Brunello Rondi «un genio» e Federico Fellini «un prezioso, fedelissimo collaboratore; leale, entusiasta, sempre pronto a partire in qualsiasi direzione». In tanti altri hanno sottolineato il valore dell’uomo e del professionista: per Cesare Zavattini si trattava di «uno di quelli che più hanno capito il proprio tempo», mentre Tullio Kezich lo definì «onnisciente».

Tra i suoi tredici film da regista, oltre a Il demonio, presentato in tempi recenti al Lincoln Center di New York, da segnalare anche La vocazione di suor Teresa, sulla giovinezza di madre Teresa di Calcutta e, con Paolo Heusch, Una vita violenta, tratto dal romanzo di Pier Paolo Pasolini. Come attore ha recitato in due film di Luciano Salce: Le ore dell’amore (1963) e Colpo di stato (1969).

A Rondi è stato dedicato tra l’altro il volume Il lungo respiro di Brunello Rondi (Edizioni Sabinae, 2010), a cura di Stefania Parigi e Alberto Pezzotta e realizzato grazie al contributo del Centro sperimentale di cinematografia e alla collaborazione della Fondazione Federico Fellini. Il “lungo respiro” è la metafora usata proprio da Fellini per descrivere la straordinaria versatilità di Brunello Rondi.

Due nomination all’Oscar come co-sceneggiatore della Dolce vita e Otto e 1/2, Rondi ha lasciato molte opere inedite, tra cui spicca una sceneggiatura dedicata alla vita di san Charles de Foucauld, profeta del dialogo Occidente-Islam, da cui il figlio Umberto spera di poter trarre un film.

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